Reazione poetica #1: Leggerezza, New Yorker e viaggi a Bagdad 15 Dicembre 2023 – Pubblicato in: haiku

Questa rubrica si ispira agli objets à réaction poétique, definiti così dal celebre architetto Le Corbusier. Si tratta di oggetti appartenenti alla quotidianità e alla natura, a cui viene attribuita una componente creativa e in grado di generare nuove connessioni. 
Ti racconterò 5 oggetti a reazione poetica partendo dalle Lezioni americane di Italo Calvino: saranno storie di leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità.
Guardati intorno. Ogni cosa che vedi potrebbe far nascere una nuova narrazione, grazie alla tua immaginazione. E se ancora non ci credi, ascolta quello che abbiamo da dirti. 

Parliamo di leggerezza. 

Ma che significa? 

Beh per Italo Calvino la leggerezza è un’operazione di sottrazione di peso, per me è cercare di rimanere zen mentre mi accorgo di aver dimenticato un fazzoletto nella lavatrice appena partita.

Ma a parte questo, ci sono tante cose che mi richiamano la leggerezza. La sensazione del primo bagno estivo, il pulviscolo di un raggio di sole che entra nella stanza, cantare la mia canzone preferita, il battito di ali di una farfalla. Il battito di ali di una farfalla sopra il naso di un dandy americano degli anni Venti. Come nella copertina del primissimo numero del New Yorker.

Secondo un articolo della stessa rivista, Mistery Man, il dandy che osserva la farfalla non è che uno scherzo. Siamo di fronte a un colto osservatore attratto dalla natura o a un colto osservatore ridicolizzato perché chiaramente anacronistico? Io personalmente vedo un tizio molto bizzarro e questo lo dico soprattutto dal monocolo. 

Copertina del primo numero del New Yorker, uscito il 21 febbraio 1925. Ritrae un dandy che osserva una farfalla con un monocolo
Ecco la copertina del primo numero del New Yorker, uscito il 21 febbraio 1925 | via Wikimedia Commons

L’oggetto a reazione poetica di questo racconto non è proprio un oggetto, è un podcast. 

Il podcast si chiama “Cosa c’entra?” ed è curato da Chiara Alessi. E la domanda giusta è, davvero: cosa c’entra? 

Si tratta di una serie di brevi puntate dove l’esperta di design mette in relazione situazioni, oggetti e persone apparentemente lontani tra loro: le figurine Panini e la battaglia di Roncisvalle, la lampada Arco e Madame, Leonardo da Vinci e i mondiali del 1978, la prima copertina del New Yorker e un viaggio a Bagdad – per fare qualche esempio. 

La reazione poetica sta nella relazione che si instaura tra più soggetti, opere ed eventi, che vengono associati secondo un’affinità elettiva che emerge pian piano con le parole di Chiara Alessi.

Quindi cosa c’entra Bagdad? Ce lo spiega lei. Una delle caratteristiche più iconiche della rivista è sicuramente il suo carattere tipografico, lo stesso dal 1925. A realizzarlo è stato Rea Irvin – disegnatore, graphic designer e primo art director del New Yorker – ispirato dal libro di Charles Brooks, Journeys to Bagdad, edizione 1915. Ed ecco cosa c’entra Bagdad. 

Frontespizio Journeys to Bagdad, Charles Brooks 1915. Illustrato da Allen Lewis | via Wikimedia Commons

Il New Yorker è uscito il 21 febbraio 1925. Per festeggiare l’anniversario, ogni anno si rivisita la copertina del dandy che osserva la farfalla. Non so che idea si sia fatto, ma secondo me anche lui sta cercando di essere un po’ più leggero, visto che mi sembra proprio il tipo di persona che si arrabbia se dimentica i fazzoletti dentro la lavatrice appena partita.



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