I Only Want You To Love Me 5 Novembre 2014 – Pubblicato in: haiku
Corpi meravigliosamente perfetti, occhi fissi nel vuoto. Dai ritratti di Miles Aldridge emergono inquietanti figure femminili perse nella folla dei propri pensieri e delle proprie paure.
I Only Want You to Love Me (Rizzoli, 2013), il surreale volume monografico dedicato all’opera del noto fotografo londinese, trasporta suo malgrado l’osservatore in ciò che a un primo sguardo sembrerebbe un opulento mondo da sogno, in cui una serie di donne in pose drammatiche – fashion victims ipnoticamente sensuali– rivestono ruoli femminili stereotipati.
Casalinghe svampite, segretarie, femmes fatales decadenti, addirittura madonne in estasi, indossano sempre un trucco impeccabile, gioielli e abiti lussuosi così come appaiono solitamente sulle pagine patinate delle riviste di moda.
Immerse in atmosfere sinistre e decisamente retrò, sui loro volti è sempre dipinta un’espressione vuota e smarrita, che lascia trasparire qualcosa di sottilmente contorto e sospeso all’interno di scene meticolosamente composte come in un set cinematografico.
Immagini che immediatamente trasmettono sensazioni scomode, tramite le quali è possibile intuire i pensieri, le ansie e le frustrazioni che in realtà si affollano nelle menti delle donne ritratte, e che inducono inevitabilmente a interrogarsi sul loro background psicologico.
Dai dettagli intuiamo che il sogno è a un passo dal trasformarsi in incubo, che in quel mondo onirico, intriso di colori acidamente saturi, le eroine di Miles Aldridge si sentono intrappolate, stanche di dover essere costantemente l’oggetto del desiderio e per questo distaccate e con la testa altrove, sull’orlo di una probabile crisi nervosa.
Ispirandosi alle pellicole di David Lynch, Fellini e Hitchcock, agli scatti del fotografo Richard Avedon, e allo stile psichedelico dell’illustratore Alan Aldridge (suo padre), Miles si afferma come fotografo di moda dalla metà degli anni ’90, rivelandosi altresì un artista del subconscio il cui stile narrativo, immerso in un immaginario Pop anni ’60 e nelle palette Technicolor tipiche della Hollywood anni ’50, è permeato di una seducente ribellione postmoderna.
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I Only Want You To Love Me
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