– MORTE + MUSICA 21 Giugno 2022 – Pubblicato in: haiku

Le armi possono fare bene.
Sì, quando sono dismesse.

L’artista mesicano Pedro Reyes lo sa bene. Sa bene quanto la questione della violenza armata sia un problema attuale, profondo e radicato. Sa bene quanto sia importante parlarne e affrontarlo. Sa bene che l’arte e la cultura devono giocare un ruolo attivo e primario nel contrastarlo. E Pedro Reyes sa – proprio bene – come farlo.

Il suo primo progetto è iniziato nel 2007, nella città messicana di Culiacan, quando ha dato il via a una campagna per frenare le sparatorie. Insieme agli abitanti della città ha raccolto 1527 armi e ne ha fatto qualcosa di nuovo. Tutti i fucili raccolti sono stati infatti fusi e trasformati in pale e con ognuna di esse è stata scavata una buca in cui è stato piantato un albero.

Reyes si è poi spinto un po’ più in là con il recupero e la rifunzionalizzazione di vecchie armi e ha dato vita a “Disarm”, un’opera allestita presso il Contemporary Art Museum della University of South Florida in cui le pistole, i fucili e ogni genere di armamento bellico è stato trasformato in strumenti musicali suonati dagli stessi studenti dell’università.

Canne di fucile tagliate a diverse lunghezze sono diventate una marimba, una pistola è stata trasformata in un sassofono che emette un suono simile al clarinetto, chitarre d’acciaio sono state costruite unendo pistole semiautomatiche da 9mm, un fucile a doppia canna si è trasformato nel manico di un basso elettrico il cui corpo è nato dall’assemblamento di caricatori ricurvi di AK-47. E poi violini, flauti, percussioni e ogni genere di strumento per formare un’orchestra armata di strumenti artistici dal sound unico.

Le armi cessano d’essere oggetti di distruzione e diventano oggetti di creazione che, attraverso il linguaggio scultoreo e musicale, riescono a sensibilizzare e a comunicare concretamente l’importanza di incanalare correttamente le energie sociali e  produttive.

“È lo stesso metallo”, dice Reyes, “ma non è più una pistola. Ora è un flauto o una chitarra”.

L’arte di Reyes prende quindi una posizione politica netta, si schiera contro l’industria bellica che “prospera nel conflitto” per dimostrare che esiste un’alternativa alla violenza, che creare è sempre meglio di distruggere, che l’arte e la creatività e l’educazione sono la soluzione alla brutalità e alla ferocia.

Il progetto però non si ferma qua. Un’agenzia governativa in Messico ha dato a Reyes oltre 6700 armi confiscate a bande criminali che l’artista ha trasformato, e continua a trasformare, in strumenti elettronici più sofisticati che possono essere programmati tramite computer.
Come tutti i grandi artisti che inventano un proprio linguaggio e una propria poetica, anche Reyes sta influenzando altri artisti da tutto il mondo che a loro volta stanno recuperando armamenti per trasformarli in strumenti musicali.[1][2]

Ben venga.
– morte + musica ci sembra un ottimo obiettivo. 

[1] https://www.france24.com/en/live-news/20210208-changing-the-tune-serbian-artist-turns-weapons-into-instruments

[2] https://www.boredpanda.com/the-gun-music-box/?utm_source=google&utm_medium=organic&utm_campaign=organic



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