Linee d’inchiostro e città svelate 26 Giugno 2012 – Pubblicato in: imperfezioni
Sono passati molti anni da quando Matteo Pericoli, percorrendo le strade di Manhattan, iniziava a chiedersi: Cos’è uno skyline e come cambia? Come funziona? Come si percepisce una città? Ecco, fatte di linee intricate e di segni sovrapposti, le sue interessanti risposte.
Newyorkese
Matteo Pericoli, architetto e illustratore milanese, decide di trasferirsi a New York nel 1995.
La sua scelta si rivela strategica per diversi motivi. Da un lato, l’impatto con una metropoli che non permette alcun tipo di omologazione lo spinge a ricercare una sua personalissima forma d’espressione; dall’altro, la possibilità di collaborare con lo studio d’architettura Richard Meier & Partners lo conduce a prediligere il disegno a mano libera come strumento narrativo e di comprensione attenta e ricercata della realtà urbana.
In Manhattan Unfurled, opera che segna l’inizio della sua carriera artistica (viene pubblicato dalla Random House poco dopo il crollo delle Twin Towers), l’ansia di mappare visivamente la famosa metropoli e di abbracciarne l’essenza in un solo gesto, si traduce nel dispiegarsi ininterrotto delle linee che ne raccontano il profilo – East & West Side, così come li si vedrebbe dalla Circle Line.
New York è una città piena di cose, di persone, di impulsi… Ha il terreno sottile, è quasi impossibile metterci radici, ma è creativa, costantemente fertile M. Pericoli
Un profilo in realtà inesistente quanto essenziale. Lo skyline immaginato da Matteo Pericoli possiede tutte le peculiarità di un complicato e sofferto processo di eloquente astrazione. 22 metri di inusuale racconto urbano in bianco e nero, di inchiostro e di linee tracciate su carta con elegante spontaneità di pensiero e di segno.
Percezioni urbane
Il disegno complessivo di una metropoli, nella sua interezza, è un modo per combattere gli stereotipi urbani che impediscono una percezione libera da visioni precostituite. La percezione di una città precede in ogni caso la sua struttura fisica, e questa condizione si ripete immancabilmente, soprattutto per chi le è totalmente estraneo.
In una città sconosciuta all’osservatore, la percezione è inizialmente superficiale: ci si sofferma esclusivamente sul visibile. Nei disegni di Matteo Pericoli si percepisce qualcosa di più, un approccio più intimista, più profondo, quasi teso a svelare ciò che a un primo sguardo non è dato cogliere. E questa tensione verso l’invisibile, questa volontà di lasciarlo emergere dalla compagine urbana, ha in sè un sapore quasi calviniano.
Diverse sono le declinazioni di questo innovativo approccio alla città, che Matteo Pericoli ha realizzato fino ad oggi: tra tutte sicuramente notevoli sono lo Skyline of the World – installazione permanente realizzata su 99 pannelli di vinile, in mostra all’interno dell’aeroporto JFK a New York – e il più recente London Unfurled, una visione di North & South Bank della capitale inglese, dispiegata questa volta lungo il Tamigi, sempre con occhio non viziato dai preconcetti di chi ben conosce la metropoli ritratta.
Le somiglianze metodologiche tra questi ultimi e il primo progetto d’esordio sono molte. Eppure Matteo assicura che ogni esperienza urbana porta con sé una complessità di linguaggio e un’intensità emotiva completamente a sé stante.
Narrazioni
Parole e linee hanno moltissime cose in comune. Nei suoi disegni Matteo Pericoli è sempre alla costante ricerca delle migliori linee possibili, le più efficienti. Le linee in generale sono un modo per raccontare una storia, non solo uno strumento di rappresentazione visiva.
In ogni caso egli non cerca mai una composizione estetica interessante o perfetta. Non cerca la bellezza o l’impatto grafico più accattivante: il suo scopo è di ricavare da ciascuna linea tracciata un sintetico quanto intenso effetto narrativo.
I suoi disegni, al pari della sua scrittura, sono diretti ed essenziali. Tutto viene espresso tramite una struttura semplice e chiara. Linee del disegno e linee narrative richiedono onestà nella rappresentazione, e talvolta riescono a raccontare la complessità in maniera estremamente condensata, svelando altresì una moltitudine nascosta di verità sottostanti.
Leggerezza e precisione possono esprimersi anche con una frase o con una linea (non la precisione della linea tracciata col righello, ma la precisione che deriva dal servire a uno scopo) M. Pericoli
Segni e finzioni
Ogni linea tracciata è arbitraria, ogni linea disegnata porta con sé un’intenzione.
Linee astratte e apparentemente insicure quelle di Matteo Pericoli: in esse ogni spessore, ogni incertezza racchiude un prezioso significato che va a comporre il racconto intimo di una città.
Queste linee, pur inesistenti nella realtà, trovano la loro concreta espressione fisica sulla carta. E tuttavia, non vengono mai tracciate per volontà di riprodurre perfettamente i contorni delle cose osservate. Del resto non sarebbe neanche lontanamente possibile.
La volontà raffigurativa esiste ed è chiaramente segnata dalla dovizia di particolari e dalla pressoché ossessiva ricerca dei dettagli. Eppure, nel momento in cui si sviluppano, i suoi disegni vengono in qualche modo trasfigurati dalla necessità di astrazione e interpretazione di ciò che si presenta alla vista.
Un disegno è fatto di linee, le linee sono un’astrazione della realtà, e in quanto tali sono delle finzioni M. Pericoli
La semantica del disegno finale sarà costituita dalla sinergia di due processi compresenti e opposti: l’addizione delle singole parti in un tutto che ne trascende la mera apparenza e la sottrazione degli innumerevoli dettagli omessi. Solo ciò che ha un senso per chi osserva e disegna resta a comunicare le sensazioni che emergono da questo instancabile lavorio di rappresentazione creativa.
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