IMPRESE POSSIBILI 9 Dicembre 2019 – Pubblicato in: imperfezioni

Alle volte gli ambienti e le persone che ci circondano ci vanno stretti, come se fossero privi di energie positive.

Ecco, qualche giorno fa mi sentivo così e il caso (o forse i miei cookies di YouTube – ma no, preferisco sposare il lato romantico delle cose), mi ha fatto imbattere in un video che avevo completamente dimenticato: “Rockin’1000”. Ma voi, ricordate la meravigliosa e titanica impresa del 2015 in cui 1000 musicisti suonarono all’unisono “Born to fly” dei Foo Fighters, filmata e pubblicata su YouTube, con l’intento di convincere la band americana ad andare a suonare in quella piccola città di provincia che è Cesena? Quando vidi il video, mi commossi, per la gioia e per la rabbia. Per la gioia, perché qualcuno, sfidando l’impossibile e l’impensabile, aveva avuto il coraggio e l’idea di realizzare un’impresa incredibile, facendomi balzare improvvisamente fuori dal mio stato d’inerzia. Per la rabbia, perché spesso ci si lascia condizionare negativamente dalle vicissitudini della vita e non ci si mette più la grinta per esplorare nuove strade.

Non sempre, ma a volte, come nel caso appena citato, le “goliardate” (si fa per dire, perché le persone dietro all’impresa misero in campo una professionalità e delle strategie di crowdfunding e di comunicazione non da poco), possono portare a qualcosa di buono in grado di ribaltare completamente la vita (lavorativa, personale). Oggi, nel 2019, “Rockin’1000” è diventata una società, con un brand strutturato e con i suoi musicisti (sempre 1000 ovviamente!) che si esibiscono in giro per il mondo, regalando spettacoli davvero unici.

No, non bisogna farsi buttare giù per troppo tempo dalle situazioni. Dobbiamo volere il nostro bene, trovando il modo di ricaricarci, frequentando facce amiche e posti solari.

Per esempio, a Torino, mi piace fare merenda da Nora Book & Coffee, un caffè-libreria in via delle Orfane dove si viene sempre accolti con un sorriso e un “Ciao, tutto bene?”. Parrà una cosa da nulla, eppure quanti sono i locali, i negozi, i luoghi, in cui il nostro ingresso non viene nemmeno considerato e dove alle volte, salutando, non si sente alcuna risposta di ritorno? Lì poi le merende sono per tutti i gusti e le presentazioni dei libri sono davvero illuminanti. Qualche settimana fa, mi sono imbattuta in un evento in cui si parlava di psicoanalisi e si diceva che ciò che lo psicoanalista (in questo caso di scuola lacaniana) cerca di fare tramite il suo lavoro, contrariamente a quanto si pensi, è di aiutare la persona ad imboccare una sua strada e non quella di imporne una dall’alto. Beh, non so voi, ma trovo che questa “prospettiva” possa essere un aiuto concreto per ognuno di noi.

Diciamoci la verità: quante volte ci obblighiamo ad essere ciò che non siamo per piacere agli altri? E quante volte, di conseguenza, ci sentiamo soffocare? Non sarebbe meraviglioso permettere alla persona che siamo di uscire ed esistere nel mondo? Perché poi, diciamoci anche un’altra verità: le persone che sono sé stesse e credono nelle proprie capacità e potenzialità (con equilibrio eh, senza sfociare nella saccenza!), quanto sono luminose? Quanto riescono a vivere meglio? Io mi sento di dire: parecchio.

Ecco. Aiutiamoci ad essere noi stessi. Aiutiamoci a non perdere la capacità di emozionarci e di tentare nuove strade. Leggiamo un libro. Guardiamo un film. Andiamo ad una mostra. Andiamo a ballare. Circondiamoci di persone positive quando abbiamo voglia di compagnia. Rimaniamo in solitudine quando ne abbiamo bisogno. Perché chissà, magari domani, ci frullerà in testa una buona idea, la metteremo in pratica e la nostra prospettiva di vita cambierà radicalmente.



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