spazi stravaganti e pillole di allegria 12 Febbraio 2013 – Pubblicato in: interferenze
Inventare nuove metafore per riconoscere il nuovo pianeta che velocemente si trasforma davanti i nostri occhi, inventare così paesaggi di sintesi, una iconografia semplice ma non semplicistica, aumentare la semplicità per tenere alta l’intensità, arrivare così all’essenziale.
Così l’artista torinese Enrico Tommaso De Paris descrive il suo lavoro e racconta a imperfect la sua arte.
Ciao Enrico, da anni esponi le tue poliedriche opere che spaziano dalla pittura all’installazione al video e al disegno: un’esplosione di idee, colori e elementi bizzarri.
D. Il blog di imperfect ha come filosofia la bellezza nella creazione intuitiva e spontanea. Come ti poni rispetto a questa filosofia e al fascino dell’imperfezione?
R. io sono un artista decisamente “istintivo” non faccio quasi mai dei progetti. Il mio modo di operare è molto spontaneo quasi selvaggio, vivo di sollecitazioni che poi trasformo in opere. Viviamo anni impregnati di informazioni, dati, impulsi, idee e manipolazioni mediatiche…….io -come artista- non posso far altro che esaltare la bellezza di questo “attimo”, cerco di portare un segnale positivo.
Anche se la realtà ci mette ogni giorno davanti a grosse problematiche esistenziali, come le migrazioni sociali, l’uso della natura in modo assurdo, le guerre reali-virtuali e finanziarie, il potere delle case farmaceutiche, l’eccessivo controllo sociale, noi dobbiamo ritagliarci il nostro spazio d’azione un livello di autonomia da trasmettere empaticamente … -ecco il mio modo di fare arte-
D. La creatività è un fuoco che brucia e che deve essere alimentato. Vuoi raccontarci brevemente come coltivi la tua anima artistica?
R. Leggo molto e di tutto ma preferisco la poesia, perchè è una lettura “aperta”, non esiste per me un inizio o una fine nella poesia, ma c’è solo ricchezza di emozioni. Non penso di essere un creativo, penso di essere un grande trasformatore, una macchina in carne-anima e cervello che trasforma gli impulsi che riceve in opere.
D. La tua costante ricerca artistica non è solo concettuale, ma anche sperimentazione tecnica: ti piace cambiare mezzi di espressione negli anni a seconda dei progetti. Qual è il tuo metodo di lavoro nello scegliere temi differenti e interpretarli con tecniche sempre attuali?
R.Fondalmentalmente la tecnica non ha nessun legame con il concetto, o almeno ……usare tutte le tecniche possibili per evitare di essere confusi da queste, la tecnica è un mezzo. Personalmente non ho alcun problema ”mistico” o critico verso l’evoluzione tecno-scientifica della società, anzi. Oggi abbiamo a disposizione mille materiali e molte applicazioni tecniche ed è facile venirne a contatto, l’artista deve superare il materialismo della tecnica esasperando la riflessione su vari temi del vivere, dell’essere. La mia vera tecnica è la spiritualità.
D. Il tuo lavoro vuole evidenziare “tutto quello che abbiamo sotto i nostri occhi e che i nostri occhi molte volte non vedono.” Quali conoscenze teoriche e pratiche deve a tuo avviso possedere un buon artista per esprimere e visualizzare ciò che nel quotidiano non si scorge in modo esplicito?
R. Non penso di dire nulla di sconvolgente, ma l’unico modo di essere artista è quello di non lasciarsi inglobare dai condizionamenti della società…la mia dignità e la mia identità non sono in vendita. Il mio progetto di vita e quindi di uomo-artista è al di fuori degli stereotipi quotidiani, così ho quel grado di libertà che mi permette di evitare l’omologazione. Sviluppo così una vita fondalmentalmente basata su sentimenti, emozioni, e non su razionalità interesse e trasformismo. Non nascondo che è un percorso decisamente difficile, ma sono dotato di una buona carica di ottimismo e credo nella Provvidenza.
D. Ogni artista ha una storia nel cassetto. Hai un aneddoto curioso, un’emozione particolare della tua vita da artista che vorresti condividere?
R. La storia più bella ed è una storia che si ripete ogni tanto è quando incontro delle persone “sensibili”….nel mondo per fortuna ne esistono parecchie. Ci sono delle persone che ti stupiscono per le loro parole, per la loro vita, per come intendono la vita, per il coraggio con cui vivono, per quello sguardo illuminato, per quella forza d’animo, per l’amore che anno nel curare le proprie fragilità. Per esempio io sono un solitario e mi scontro quotidianamente con questa mia fragilità, mi rendo conto che non è facile rapportarsi con me (non sono un asociale), ma qualcuno soffre per questo mio modo di essere. Certo questo più che un aneddoto è una confessione.
D. Immancabile domanda conclusiva: hai un progetto futuro del quale vuoi darci qualche anticipazione?
R.Ho molti progetti sparsi in vari cassetti….molti pensieri per la mente….molte sollecitazioni nell’aria….ma quello a cui sto lavorando ed ancora non ho esposto si chiama (per ora) “SINTESI UMANE”.
Questo progetto parla dell’evoluzione scientifica dell’ibridazione, usata molto nel regno vegetale e animale, ma da un po’ di anni anche nel campo umano.
In alcuni laboratori occidentali si stanno creando degli ibridi uomo-animale per produrre cellule-chimera, e da queste accelerare lo sviluppo di organi-cellule-enzimi-ormoni, ecc. ecc.
Un mondo che mi affascina ed un mondo in grande evoluzione anche a livello filosofico…l’uomo che si avvicina a Dio, o meglio che ne vuole prendere il posto con questa sua nuova attività “creativa”.
Note sull’artista.
Enrico Tommaso De Paris, nasce a Mel, in provincia di Belluno l’8 gennaio del 1960.
Dopo il diploma in elettronica industriale e tre anni alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, dove tuttora vive, inizia ad esporre nel 1990, grazie all’intuizione di Guido Carbone, Corrado Levi e Luciano Pistoi.
Artista poliedrico espone in Italia e all’estero opere dall’immaginario complesso, colori vivi e dalle tecniche più svariate.
Sito ufficiale: http://www.enricotdeparis.net
1 Comment
Marcel Mis Febbraio 13, 2013 - 17:51
Grand artiste à suivre pour comprendre et prévoir le futur , mais aussi pour rire et jouir de sa palette et ses vols dans l’espace avec plein d’amis. Bravo. Marcel Mis