Sombras de Tango 20 Giugno 2012 – Pubblicato in: imperfezioni

Figure sospese tra fotografia e illustrazione: la sperimentazione tecnica e l’indagine artistica si combinano nella spontanea produzione di Enrico Carpegna, artista fotografo contemporaneo.

Istanti fotografici e pennellate in bianco e nero si appoggiano sulla carta: personaggi dai contorni imperfetti girano travolti dalle note di un tango.

 

I nostri piedi sono come i pennelli di un pittore. Con essi dipingiamo la musica. (Carlos Gavito)

 

Enrico Carpegna incontrò il tango negli anni 90 in un locale di Torino chiamato Cafè Procope dove un gruppo di pochi appassionati si radunava il venerdì sera. Non ne rimane subito folgorato, ma sente l’affinità tra la forma espressiva del tango e il suo approccio visivo con la fotografia e i suoi lavori tematici essenzialmente rivolti alla ricerca della memoria personale e collettiva.

 

Considero il tango una “danza genetica”, in esso ritrovo l’alternarsi di stati d’essere che appartengono a tutti. 

 

Approccio e separazione, seduzione, solitudine e melanconia, passione e crimine: nella miscela di archetipi incarnati dal tango argentino, affiorano temi che appartengono all’umanità, alla nostra memoria, ai nostri geni.

Il tango parla lingue diverse, parla il lunfardo, un argot che mescola termini di diversa origine e parole di dialetti italiani: non si tratta né di una lingua né un dialetto né un gergo, quanto invece di “un vocabolario composto di voci di varia origine che i bonaerensi utilizzano al posto dell’idioma generale” . (Josè Gobello, “Aproximación al lunfardo” )

Così in “Sombras de Tango” le immagini non sono né fotografia, né pittura, ma stampe astratte dal tempo e dal loro contesto originario.

Gli scatti sono infatti una lettura fotografica inaspettata sul ballo argentino, uno sguardo singolare che ripropone, in modo diverso dall’iconografia consueta sul tema, immagini forti e dinamiche, libere da ogni legame di tempo/spazio: non sono importanti i connotati e i dettagli quanto la capacità di evocare sentimenti di appartenenza universale, nascosti nella memoria di ciascuno.

Per trasporre su carta gli istanti fluttuanti del ritmo del tango, Enrico Carpegna utilizza la tecnica della pittura con sviluppo, affinata per la mostra alla Biennale di Fotografia (Torino Fotografia del 1989).

Le sperimentazione tecniche personali di ripresa e di stampa condotte negli anni dall’artista madrileno sono frequenti nelle diverse produzioni artistiche  (“’30”, “Quies”) presentate in numerose mostre tematiche, tra cui le Biennali di fotografia ’85, ’87 e ’89 e collettive, sia nei lavori realizzati nel campo pubblicitario, fashion e beauty.

 

 

Riferimenti:

Sombras de Tango (Perdisia Editore, 2006)

enricocarpegna.com



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