Chi era Saul Bass? 20 Maggio 2012 – Pubblicato in: imperfezioni

Saul Bass

Art director, designer, fotografo, illustratore e regista, Saul Bass è stato uno dei più iconici e influenti visual communicators del secolo scorso, forse il più noto graphic designer di tutti i tempi. Il suo anticonformismo ha dato forma all’estetica di generazioni di creativi, imprimendo il suo tocco geniale agli opening titles del Cinema Hollywoodiano.

 

  […] It’s the way I want to live my life. I want to make beautiful things, even if nobody cares. Saul Bass

 

Saul Bass (1920 – 1996) era nato a New York da una famiglia di immigrati. In gran parte autodidatta, aveva iniziato come assistente artistico presso gli uffici della Warner Bros e, intrapresi più tardi gli studi universitari, aveva subìto l’influenza indiretta degli insegnamenti di Laszlo Moholy-Nagy, appassionandosi al Costruttivismo e alle opere del Bauhaus.

All’inizio degli anni ’50, Bass decise di lasciare New York per aprire il suo studio personale a Los Angeles, il Saul Bass & Associates. Una scelta strategica, che gli consentì di dare la sua inconfondibile impronta al mondo del Graphic Design – suoi sono i famosi loghi di alcune celebri aziende americane, tra cui Kleenex, US Airways, AT&T, Minolta – e di rivoluzionare l’industria cinematografica hollywoodiana con le sue locandine e le memorabili sequenze introduttive, disegnate per una serie di pellicole indimenticabili. Durante la sua incredibile carriera, Bass ebbe modo di misurarsi con diversi registi d’eccezione, tra cui Preminger, Hitchcock, Wilder, Kubrick e Scorsese.

 

Design is thinking made visual. Saul Bass

 

Versatile e curioso, pioniere di una grafica minimalista, Bass eseguiva ogni progetto in uno stile semplice ed enigmatico, che rifletteva appieno il suo interesse per il Modernismo e il Surrealismo. Geniale inventore di un design sintetico ed evocativo, amava giocare con metafore e simboli astratti, sintetizzando i significati con elementi facilmente decifrabili e lasciando sempre qualcosa di non detto, per forzare il coinvolgimento intellettuale della sua audience. Una semplicità che racchiudeva diverse chiavi di lettura, in grado di nascondere al pubblico, con fare ambiguo, certe implicazioni metafisiche che conducevano sempre ad un riesame dei significati celati. Ma a dispetto dei livelli di complessità impliciti nel suo lavoro, Bass avvicinò l’Arte Moderna a chiunque, grazie ad un linguaggio visivo dall’immediato impatto emotivo.

Nel suo approccio al design grafico, inoltre, era sempre pronto a lavorare tenacemente su qualsiasi idea, per quanto debole potesse apparire, avvantaggiandosi della simultaneità dei problemi da affrontare, come un pretesto per risolvere in modo più creativo ciascuna sfida.

 

Saul Bass

[…] Try to reach for a simple, visual phrase that tells you what the picture is all about and evokes the essence of the story. Saul Bass

 

Rompendo con la tradizionale staticità degli anni ’50, Bass propose una visione del film title design del tutto avanguardista, trasformando l’anonima lista del cast e degli autori – che fino a quel momento si era soliti proiettare sul sipario, con l’intento di occultarli al pubblico – in inusuali cortometraggi introduttivi dall’insolita veste grafica.

Insieme alle bellissime colonne sonore, queste sequenze diventarono l’eloquente preludio dell’intera trama e per realizzarle, il versatile designer si avvalse delle tecniche più varie: dal montaggio al cut-out, dalla live-action alla kinetic typography. Qualunque fosse il soggetto su cui elaborare l’animazione, egli possedeva l’abilità istintiva di intuire il significato più profondo di un film, riuscendone a sintetizzare, in pochi minuti, ritmo, mood e struttura narrativa.

 

[His work] found and distilled the poetry of the modern, industrialized world. Martin Scorsese

 

The man with the golden arm (1955, regia di Otto Preminger)

Un braccio frastagliato sfida il  tabù della dipendenza da eroina, di cui è vittima il jazzista interpretato da Frank Sinatra. Colori primari, forme geometriche decise e angolate accompagnano i titoli di testa che Saul Bass decide di trasformare per la prima volta in una sequenza animata. Otto Preminger dispone che nelle sale cinematografiche il film venga proiettato fin dai primi istanti a sipario alzato. Una vera rivoluzione.

 Anatomy of a murder (1959, regia di Otto Preminger)

I pezzi che compongono la sagoma di un cadavere iniziano a scivolare separatamente dentro e fuori dallo schermo, evidenziando i titoli che si alternano al ritmo della colonna sonora jazz scritta da Duke Ellington.

 Psycho (1960, regia di Alfred Hitchcock)

La scritta spezzata e il movimento alternato e ossessivo della grafica a barre, suggeriscono simbolicamente la psiche fratturata di Norman Bates. Di Saul Bass sono anche gli storyboard del film e la famosa scena della doccia.

 

Le sequenze iniziali create da Saul Bass furono molte e ognuna a suo modo distintiva (su notcoming.com la gallery completa). Il suo stile ancora oggi riecheggia in molti esempi di graphic e web design, e ovviamente negli opening titles dei film più famosi, che gli rendono il dovuto omaggio. Tra questi il bellissimo Catch Me If You Can (2002) e la dibattuta sigla introduttiva della nota serie americana Mad Men (2007).

 

 

Link di approfondimento

 Biografia completa di Saul Bass su Designmuseum.org

 Art of the title – The title design of Saul Bass (tributo video)

 

Letture consigliate

 Jennifer Bass and Pat Kirkham, “Saul Bass: A Life in Film and Design.”, Laurence King Publishing, 2011.



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