kintsugi, l’arte di riparare con l’oro 12 Agosto 2014 – Pubblicato in: haiku
Quando qualcosa ha subito una ferita e ha una storia, diventa più bello.
In Giappone esiste una pratica che trasmette questo concetto filosofico e porta con sé il fascino del tempo e della tradizione: il Kintsugi.
L’imperfezione è in qualche modo essenziale per tutto ciò che sappiamo della vita. E’ il segno della vita in un corpo mortale, vale a dire, di uno stato di progresso e cambiamento. John Ruskin
Pare che il Kintsugi abbia avuto origine nel 15° secolo, quando Ashikaga Yoshimasa, uno shogun giapponese dopo aver rotto la propria tazza di tè preferita la inviò in Cina per farla riparare.
Il lavoro di riparazione tuttavia venne fatto con “punti metallici” che erano lo standard utilizzato a quell’epoca.
Ma la bellezza della tazza era penalizzata da quegli interventi.
Deluso, lo shogun chiese allora a degli artigiani giapponesi di trovare una soluzione esteticamente più bella ed è così che i vasai ebbero l’idea di riempire le crepe con resina laccata e polvere d’oro.
La ceramica rotta era diventata un’opera d’arte ed era nato il kintsugi.
Una tecnica semplice diventa lo uno spunto per trovare, ancora una volta, la bellezza nell’imperfezione.
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