Macerie: musica tra le rovine 3 Marzo 2021 – Pubblicato in: interferenze

Il concetto di concerto nasce in epoca classica, in Italia già nel Cinquecento è documentabile più precisamente dal 1519. L’accezione, da cum-certare, che meglio ne esprime il significato è insieme di voci o di strumenti. I luoghi deputati a questo tipo di spettacolo erano oltre ai teatri i salotti degli aristocratici. Tendenza casalinga che negli ultimi anni è tornata grazie all’idea di diverse realtà in tutto il mondo. Pensiamo a Sofa Sound e realtà simili, che offrivano ad un pubblico selezionato showcase casalinghi in location segrete svelate poco prima. La maggior parte di noi lega l’idea di concerto o evento musicale live ad un locale, uno stadio. 

Da un anno però il mondo dello spettacolo è fermo e sappiamo tutti perché. Niente musica live nei locali, circoli culturali, teatri, stadi e tutte le strutture adibite a ciò. Nessuna traccia di quei secret concert di cui parlavamo sopra. Non parliamo delle jam improvvisate nelle piazze o parchi delle varie città. Tutto si è spostato nel web, unico canale attivo sotto tutti i punti di vista. C’è però una realtà siciliana che ha deciso di portare la musica in location molto particolari, tra le macerie. 

 

Il progetto, Macerie appunto, nasce a Palermo e Palermo è piena di macerie, affermano gli ideatori. Ovunque trovi qualche rovina, case bombardate dai tempi della seconda guerra mondiale, edifici abbandonati ricoperti di vegetazione, discariche abusive. Palermo dopo la seconda guerra mondiale non ha mai smesso di essere distrutta e depredata. Abbiamo provato a conoscere meglio questo format musicale molto particolare intervistando chi lo ha fatto nascere. Non troverete nomi o facce, chi sta dietro al progetto vuole restare anonimo raccontando la propria passione per la musica, per la Sicilia e il videomaking.  

Cosa vi ha spinto a dar vita a questo progetto e perché avete scelto come nome Macerie?
Semplicemente il nome Macerie rispecchia il palcoscenico che siamo costretti a vedere ogni giorno e rispecchia anche il nostro stato d’animo in questi tempi caotici e apocalittici. Ciò che ci ha spinto a passare da idea a progetto infatti è stato il periodo di lockdown della primavera 2020. Vedere il mondo e l’Italia frantumarsi e autodistruggersi lentamente ha un non so che di poetico. Macerie cerca performance acustiche di band o artisti indipendenti italiani in contesti di degrado e decadimento urbano. Questo per noi simboleggia la condizione della maggior parte di noi giovani (l’artista) inermi di fronte al degrado e alla distruzione della società e del nostro pianeta (il contesto) perpetrata da chi c’era prima di noi (e continua ad esserci).  

Cosa e chi c’è dietro Macerie? Artisti o videomaker?
Siamo quattro videomaker. Quattro amici uniti da una forte passione musicale. Ognuno di noi ha un “passato musicale”. Il nostro rapporto è nato e cresciuto a lavoro, ma ci siamo sempre ritrovati soprattutto nella vita di tutti i giorni. Come la maggior parte dei fotografi e videomaker che si occupano di urbex non vogliamo rivelare l’identità.

Qual è il criterio utilizzato per la scelta dell’artista e del luogo nel quale questo si esibisce?
Cerchiamo intimità, sogno e malinconia. Ci piacerebbe poter permettere all’artista di uscire nudo e crudo, così com’è. Ci piace poter associare il luogo alla canzone o all’artista in modo da dare un aspetto tangibile a quella che è l’emozione che emerge. Al momento a causa della situazione pandemica abbiamo girato solo in Sicilia ed in posti già a noi noti. Finora abbiamo dato agli artisti coinvolti la possibilità di scegliere la location insieme a noi tra quelle già individuate dopo alcuni sopralluoghi. Proviamo ad allineare l’artista alla location cercando accostamenti secondo noi belli e simbolicamente forti, anche in qualche modo legati alla storia dell’artista stesso.

Come vedete il futuro, prossimo, di Macerie.
Un furgoncino e un piccolo tour italiano dall’attitudine punk hardcore ma con le videocamere al posto delle chitarre, per raggiungere gli artisti che più ci piacciono nel posto in cui vivono.

Un progetto in divenire che può far scoprire allo stesso tempo le bellissime macerie italiane disseminate per lo stivale e la voce degli artisti. Un connubio poetico, romantico, vero ed emozionale. Il primo video del format vede come protagonista il cantautore torinese, ormai palermitano, Buzzy Lao e la sua “Tempesta”. L’artista suona il brano seduto su un’opera incompiuta di cui resta solo lo scheletro e il tramonto a fare da cornice. Dal punto più alto di Palermo, ad un altezza di 1080 metri, Aurora D’Amico fa riecheggiare la sua “Rhythm And Sound”. È il Monte Cuccio ad ospitare la voce e la chitarra della giovane cantautrice palermitana. L’ultima session, per il momento, ci porta sul mare. Un rilassante sciabordio fa da eco all’ukulele e alle parole di “E quindi voglio cadere” della cantante Marat, pseudonimo di Marta Lucchesini. Quale sarà la prossima maceria musicale? La fine dello stallo forse ce la farà scoprire.



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