Bravǝ, bravǝ. Ma non basta! 18 Febbraio 2022 – Pubblicato in: haiku

Oggi, 18 febbraio 2022, è la Giornata Mondiale del Risparmio Energetico.
Cosa fare per ridurre il tuo impatto?
Beh, in primis non leggere questo articolo.

Si ok, spegni la luce quando esci da una stanza, hai abbassato il termostato di 1° e hai tappato tutti gli spifferi per non disperdere calore. Fai la lavatrice solo quando è carica a manetta e usi sempre il programma a risparmio energetico. Ti sposti in bici, usi persino i coperchi per ridurre i tempi di cottura e passi l’estate a pezzare magliette perché hai rinunciato all’aria condizionata e ai ventilatori.
Bravǝ, bravǝ. Ma non basta!
Per essere davvero responsabile devi darci un taglio con le mail, le call, le gif, i whatsapp, Netflix (oh sì, anche quello), Wikipedia e con i tag all’amichettǝ sotto al video del cane sovrappeso che cade dallo skate.

Secondo uno studio della Royal Society, l’information technology genera il 4% delle emissioni di CO2 a livello globale. Mica noccioline: il traffico aereo ne genera solo il 2%! 
Inquina talmente tanto che se fosse una nazione, internet sarebbe la quarta in termini di emissioni di CO2, preceduta da Cina, Stati Uniti e India. Stiamo parlando di 1.850 milioni di tonnellate di CO2 in un anno. Ma attenzione: questi dati risalgono a prima del Covid19 e -secondo quanto riporta l’Institution of Engineering and Technology– si prevede che triplicheranno entro il 2025.
Questi numeri non dovrebbero stupire se si pensa che l’impronta di anidride carbonica di una mail da 1 megabyte è di circa 19 grammi e che se questa contiene allegati può arrivare addirittura a 50 grammi. Abbozzando un calcoletto approssimativo, se utilizzi le mail per lavoro produci 135kg di CO2 in un anno.
A voja a metter coperchi sopra al sugo!

“Vabbé ma io ti mando un whatsapp, al massimo ti scrivo su messenger.”
Sì ok, ma mandare un messaggio tramite un’applicazione tipo Whatsapp e simili o attraverso un sistema di messaggistica come Facebook Messenger consuma praticamente uguale, ma con la differenza che ogni diverso invio necessita di un suo specifico quantitativo di CO2, e io lo so che tu sei unǝ di quellǝ che per chiedere di uscire a bere scrivono:
We!
Com’è?
Che fai?
Birretta tra un’ora?
???
6 invii, circa 30 grammi di CO2 per ricevere la risposta: ma chi sei?
E se non hai amicз a cui scrivere, non pensare di star facendo del bene al pianeta. Sicuramente contribuisci alla produzione di emissioni utilizzando app, scrollando i social, pubblicando o commentando post, guardando video in streaming o backuppando dati. E non parliamo delle tue dannate criptovalute (che poi è il motivo per cui non hai più amicз: agli altri non interessano i principi della blockchain e l’andamento dell’Ethereum, vogliono solo sbronzarsi in santa pace, chiaro?)!
Insomma, in un modo o nell’altro inquini. E se vuoi verificare sul web tutte queste informazioni, sappi che ogni ricerca su internet pesa 0,2 grammi, che si emettono 1,7 grammi di CO2 per ogni pagina consultata e che un sito leggero produce 211 kg di CO2 all’anno mentre uno più pesante e visitato arriva a produrne 1.800 tonnellate, un volume pari a quella prodotta percorrendo 6,3 milioni di chilometri in aereo o 13,5 milioni di chilometri in automobile.

Aspetta però. Non tutti i dati sono sconfortanti!

Secondo Google un utente medio che esegue 25 ricerche ogni giorno, guarda 60 minuti di YouTube e ha un account Gmail produce meno di 8g di CO2 al giorno in quanto Google usa un misto di energia rinnovabile e compensazione di carbonio e ha in programma entro il 2030 di liberarsi completamente dell’energia da fonti combustibili. E altre good news non mancano: Microsoft ha promesso di diventare carbon negative entro il 2025 e anche Amazon si sta dando da fare a tal riguardo frustando i dipendenti affinché producano energia pulita pedalando (dai, si scherza Jeff).

Se temi che il tuo sito web sia una coltellata nel rene destro del Pianeta Terra, sappi che è proprio così. Tu quoque, utente, fili mi!
Ma prima di sentirti addosso l’onta del parricidio, sappi che ci sono dei modi e degli strumenti per ridurre l’impatto ambientale del tuo sito. É importante, ad esempio, la pulizia dei codici con cui è scritto ma anche la quantità di script presenti all’interno della pagina, la quantità di video e immagini e le modalità con cui vengono caricati.

Un primo strumento è Karma Metrix1, un set di metriche e strumenti per la misurazione dell’efficienza energetica dei siti web che consente di stimare gratuitamente l’impatto ambientale di una pagina web e quantificare la CO2 emessa dalla stessa rispetto ad una media mondiale.
C’è poi CodeCarbon2, un software opensource leggero e gratuito che stima l’impatto ambientale mentre si sviluppano software e sistemi di apprendimento delle macchine, stabilendo quanti processori si usano e stimando in base alla zona nella quale ci si trova se si sta usando o meno energia da fonti rinnovabili.

Ma se non sei uno smanettone, puoi comunque mettere in atto piccoli accorgimenti che alla lunga qualche pinguino magari lo salvano:

1) Ripulisci le tue mailing list e rimuovi gli allegati dal messaggio a cui vuoi rispondere.
2) Comprimi i file che invii o, ancora meglio, usa siti di archiviazione temporanea.
3) Archivia e utilizza localmente quanti più dati possibile e nel cloud metti solo ciò che è davvero necessario.
4) Chiama, non videochiamare, così ti eviti anche il faccione urlante di tua nonna.
5) Stacca Gps, Wifi, Bluetooth quando non li utilizzi o, perché no, usa la modalità aereo.
6) Disiscriviti dalle newsletter che non ti interessano e cancella periodicamente le mail e le chat.
7) Non commentare con emoji ambigue i reel di fitness e limita i superlike su tinder che tanto non matchi lo stesso.
8) Molla ‘sti maledetti social, perdiana!

Ora basta, ho già “versato” troppi caratteri e chissà quanto ho inquinato.
Ti saluto.

1 https://www.avantgrade.com/quanto-inquina-il-tuo-sito-web

2 https://codecarbon.io/



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