RUDOLPH HA PRESO FUOCO 23 Dicembre 2021 – Pubblicato in: imperfezioni
Certo, di cose strane e inspiegabili ne succedono. Ogni giorno.
A Pechino, ad esempio, un uomo è morto per overdose da gioco d’azzardo dopo 3 giorni di poker online no stop;
in Australia Joseph Guiso ha sposato Honey, un labrador femmina, nonostante lei non abbia mai pronunciato la fatidica frase “sì, lo voglio”; ma che Babbo Natale riesca a portare tutti i doni a tutti i bambini del mondo in una sola notte è strano forte.
Strano che ti fa dire “@#@!$&*, è impossibile!”, eppure eccolo lì Babbo, che esce dalla sua fabbrichetta piena di elfi bambini non pagati che per un anno intero hanno lavorato in catena di montaggio per assemblare tutti i giochi che i più fortunati bambini umani hanno preteso.
Trascina un enorme sacco di doni; enorme davvero: quanto una, due o tre navi da crociera, minimo.
Le renne, imbrigliate in fila alla slitta, guardano quel mastodontico volume di pupazzi, macchinine, trenini, playstation, libri e smartphone e i muscoli gli si contraggono per la paura. A Rudolph si spegne il naso rosso, altre tentano invano di divincolarsi e di scappare.
«Manco so volare io!» strilla la renna Ballerina col volto deformato dal panico.
(Ah, breve inciso: tutte le renne di Babbo Natale sono femmine. La renna è infatti l’unica specie di cervide in cui entrambi i sessi possiedono i palchi. I maschi però li perdono ogni anno all’inizio di dicembre, le femmine no, per cui… sì, anche il natale è vittima del patriarcato e voi siete un po’ sessisti ad aver dato per scontato che fossero dei maschietti).
Babbo però, imperterrito, lega il sacco alla slitta, si sistema il cinturone, sale sullo slittino e impugna la frusta. Solleva poi il braccio con un’agilità anomala per un uomo della sua età e della sua stazza facendo schioccare la sferza nel cielo gelido e zeppo di stelle del 24 dicembre 2021.
«Oi!»
Le renne, incredule, iniziano ad avanzare e più avanzano più prendono velocità e gli zoccoli pian piano si sollevano dal suolo.
«Oh oh oh!»
E sul finire della nota – e diciamolo, anche un po’ forzata e costruita – risata tipica del vecchietto, Rudolph prende fuoco e, a catena, tutte le altre renne e Babbo Natale stesso si polverizzano emettendo un’onda d’urto sonica assordante.
Cos’è successo?
Prendete carta, penna e calcolatrice e facciamoci due calcoli.
Allora: al mondo ci sono circa due miliardi di bambini. Quelli di alcune culture però non credono in lui e così lui per ripicca non gli porta i regali. Questo suo atteggiamento rancoroso -chiamiamolo così- riduce il carico di lavoro al 15% del totale, cioè a circa 378 milioni. La media di bambini per famiglia è di 3,5 bambini, dunque le abitazioni a cui far visita sono 98,1 milioni.
Ci siamo? Bene! Andiamo avanti.
Grazie ai fusi orari e alla rotazione della terra, Babbo Natale ha a disposizione 31 ore lavorative, il che vuol dire che deve visitare 822,6 case al secondo. Dunque Babbo, per ogni famiglia con almeno un bambino buono, ha meno di un millesimo di secondo per: parcheggiare, selezionare i regali giusti, saltare giù dal camino, depositare i doni, mangiare e bere quel che i bambini gli lasciano -prossimamente il calcolo delle calorie che è costretto a ingerire in una notte-, risalire il camino e partire verso una nuova abitazione.
Se assumiamo che le abitazioni siano distribuite uniformemente per facilitare i calcoli (e se non vi sta bene fateveli voi), Babbo deve percorrere 1248 km tra una fermata e l’altra, per un totale di 120 milioni di Km. La slitta deve quindi viaggiare a circa 1040 km/s… ben 3000 volte la velocità del suono.
Non si può poi non considerare adesso la mole di regali che la slitta trasporta. Arrotondando un bel po’ per difetto, ogni bambino riceve regali per un totale di peso di 1,5 kg, dunque la slitta porta circa 575 mila tonnellate.
Me lo spiegate voi come diavolo fanno nove renne (femmine) a trainare tutte quel peso… senza litigare?
No veramente, come fanno nove renne – femmine per di più (non è colpa mia, sono cresciuto in una società patriarcale) – a trainare tutto quel peso?
È vero, sono bestie stupende e potentissime: sono le più abili camminatrici del regno animale, i loro zoccoli si adattano alle stagioni, la loro pelliccia è un perfetto regolatore termico, mangiano qualsiasi tipo di vegetale e il loro naso è un piccolo termosifone in grado di scaldare l’aria che respirano. Eppure non sanno volare.
Ma comunque, queste 575 mila tonnellate, che viaggiano alla velocità di 1040 km/s, generano un’enorme resistenza che riscalda le renne allo stesso modo di un’astronave che rientra nell’atmosfera. La povera Rudolph si trova così ad assorbire 14,3 quintilioni di Joule per secondo, vaporizzandosi all’istante e, con lei, tutte le altre renne, la slitta, i regali e anche il vecchio e caro Babbo Natale.
In soli 4,26 millesimi di secondo.
Oh oh oh!
Eppure, quest’anno come ogni altro anno, la mattina del 25 Dicembre 378 milioni di bambini troveranno i regali sotto l’albero. Com’è possibile? Semplice. Meccanica quantistica e multiverso: è qui la risposta.
Nel 1957 il mio amico Hugh Everett ha infatti teorizzato l’esistenza di universi coesistenti e alternativi al di fuori del nostro spaziotempo. Secondo la sua teoria viviamo in un multiverso di universi infiniti, ognuno duplicato di un altro.
«A seconda delle nostre scelte si crea un multiverso sempre diverso secondo il principio delle sliding doors.» mi ha detto davanti ad un pessimo mojito «Si crea cioè una realtà alternativa ogni volta che facciamo una scelta.»
Babbo Natale quindi potrebbe visitare in una notte tutte le case del mondo proprio grazie al multiverso e non avrebbe bisogno di portare niente in giro per il pianeta. Capito?
Nemmeno io, ma non saprei raccontarvela meglio. Hugh, quel giorno, me l’ha spiegata così.
Buon Natale!