L’errore rivelatore 17 Febbraio 2014 – Pubblicato in: imperfezioni

juergen teller_kate moss

Quando Juergen Teller lasciò il suo paesotto di pochissimi abitanti in Germania, per trasferirsi a Londra e iniziare la sua carriera di fotografo, aveva solo 22 anni. A Londra non conosceva praticamente nessuno e non era in grado di parlare l’inglese.

Non che amasse particolarmente il rischio. Il fatto è che aveva concluso gli studi e voleva evitare a tutti i costi il servizio militare. E così (era il 1986) decise di lasciarsi tutto alle spalle e lanciarsi verso l’incognita londinese.

Che si trattasse di un fotografo fuori dagli schemi e dotato di un punto di vista del tutto inusuale non vi era alcun dubbio: la prova è nell’autoritratto che Juergen scattò nel 1989 – anno in cui il padre alcolista si suicidò – e in cui egli ritraeva se stesso completamente nudo, con una lattina di birra in mano e un piede sulla bara del padre.

Non era ancora uno sguardo maturo e sensibile il suo (è fuor di dubbio), ma si trattava di un’immagine che voleva raccontare una storia, senza tentare di mascherarne la crudezza.

juergen teller 1

Iniziò a guadagnare i primi soldi scattando alcune foto a musicisti emergenti dell’underground londinese e creando le immagini per le loro album cover. A lui si affidarono i Cocteau Twins, i Marrs al loro esordio, Sinead O’Connor per la copertina di Nothing Compares to You. Nel 1991 fu la volta dei Nirvana e di un allora sconosciuto e introverso Kurt Cobain, a cui seguirono Elton John, New Order, Björk.

Il mondo della moda venne qualche tempo dopo. Anche in quello Juergen non era molto ferrato, ma il rischio ormai era il suo mestiere… Kate Moss, anche lei ai suoi esordi, divenne la sua inseparabile musa e Juergen iniziò a collaborare con i principali fashion magazine internazionali, fino ad arrivare alle campagne pubblicitarie che lo hanno reso celebre, come quelle create per Vivienne Westwood o Marc Jacobs, in cui del tutto sovvertito è il rapporto instaurato tra artista e modella.

juergen teller 2

Icona inconfondibile degli anni Novanta, tra i più talentuosi della sua generazione, Juergen Teller è tra i pochi fotografi riusciti nell’intento di affermarsi sia nell’arte che nel mondo dell’advertising grazie al suo stile provocatorio e mai banale, in perfetta antitesi con le convenzioni fotografiche del suo tempo.

In ogni sua fotografia, Teller cerca di cogliere e raccontare la vita nei suoi aspetti meno artefatti: volti, corpi e istanti sfuggenti narrati da una prospettiva nulla più che umana, in cui sono le imperfezioni ad avere la meglio. Rughe, capelli spettinati, pose apparentemente banali, errori deliberatamente inclusi nelle immagini (come i riflessi del flash), tutto contribuisce a creare un linguaggio che non può passare inosservato.

juergen teller 3

Ritratti osceni, alcuni inaspettatamente ironici. Immagini sature di luce e cariche di significati nascosti, di storie da intuire. Per nulla scontate. Tutte possiedono il medesimo potere ambiguo e rivelatore, spesso sessualmente esplicito, dell’universo narrativo e brutalmente sincero immaginato dalla mente sovversiva del fotografo tedesco, in cui la bellezza è solitamente privata dei filtri che ne possano alterare la vera essenza.

Nessuno dei suoi soggetti è trattato coi guanti di velluto: che si tratti di celebrità o di persone comuni, egli non esita a rappresentarli così come sono. Un atteggiamento che ricorda molto quella fotografia “democratica” inventata dall’inseparabile amico Bill Eggleston.

juergen teller 4

Gli scatti più recenti e forse meno noti aprono al contrario uno squarcio sul mondo privato e intimo di Teller: paesaggi naturali dai toni soffusi e malinconici e ritratti di famiglia che svelano tracce della sua personalità, lasciando intuire esperienze piacevoli e ricordi dolorosi del suo passato.

Lo sguardo ora è senz’altro più maturo di un tempo. Anche se Juergen continua imperterrito a immortalarsi nudo davanti all’obiettivo…

Photo credits

copyright © Juergen Tellerjuergen teller_kate moss

Quando Juergen Teller lasciò il suo paesotto di pochissimi abitanti in Germania, per trasferirsi a Londra e iniziare la sua carriera di fotografo, aveva solo 22 anni. A Londra non conosceva praticamente nessuno e non era in grado di parlare l’inglese.

Non che amasse particolarmente il rischio. Il fatto è che aveva concluso gli studi e voleva evitare a tutti i costi il servizio militare. E così (era il 1986) decise di lasciarsi tutto alle spalle e lanciarsi verso l’incognita londinese.

Che si trattasse di un fotografo fuori dagli schemi e dotato di un punto di vista del tutto inusuale non vi era alcun dubbio: la prova è nell’autoritratto che Juergen scattò nel 1989 – anno in cui il padre alcolista si suicidò – e in cui egli ritraeva se stesso completamente nudo, con una lattina di birra in mano e un piede sulla bara del padre.

Non era ancora uno sguardo maturo e sensibile il suo (è fuor di dubbio), ma si trattava di un’immagine che voleva raccontare una storia, senza tentare di mascherarne la crudezza.

 

juergen teller 1

Iniziò a guadagnare i primi soldi scattando alcune foto a musicisti emergenti dell’underground londinese e creando le immagini per le loro album cover. A lui si affidarono i Cocteau Twins, i Marrs al loro esordio, Sinead O’Connor per la copertina di Nothing Compares to You. Nel 1991 fu la volta dei Nirvana e di un allora sconosciuto e introverso Kurt Cobain, a cui seguirono Elton John, New Order, Björk.

Il mondo della moda venne qualche tempo dopo. Anche in quello Juergen non era molto ferrato, ma il rischio ormai era il suo mestiere… Kate Moss, anche lei ai suoi esordi, divenne la sua inseparabile musa e Juergen iniziò a collaborare con i principali fashion magazine internazionali, fino ad arrivare alle campagne pubblicitarie che lo hanno reso celebre, come quelle create per Vivienne Westwood o Marc Jacobs, in cui del tutto sovvertito è il rapporto instaurato tra artista e modella.

 

juergen teller 2

Icona inconfondibile degli anni Novanta, tra i più talentuosi della sua generazione, Juergen Teller è tra i pochi fotografi riusciti nell’intento di affermarsi sia nell’arte che nel mondo dell’advertising grazie al suo stile provocatorio e mai banale, in perfetta antitesi con le convenzioni fotografiche del suo tempo.

In ogni sua fotografia, Teller cerca di cogliere e raccontare la vita nei suoi aspetti meno artefatti: volti, corpi e istanti sfuggenti narrati da una prospettiva nulla più che umana, in cui sono le imperfezioni ad avere la meglio. Rughe, capelli spettinati, pose apparentemente banali, errori deliberatamente inclusi nelle immagini (come i riflessi del flash), tutto contribuisce a creare un linguaggio che non può passare inosservato.

 

juergen teller 3

Ritratti osceni, alcuni inaspettatamente ironici. Immagini sature di luce e cariche di significati nascosti, di storie da intuire. Per nulla scontate. Tutte possiedono il medesimo potere ambiguo e rivelatore, spesso sessualmente esplicito, dell’universo narrativo e brutalmente sincero immaginato dalla mente sovversiva del fotografo tedesco, in cui la bellezza è solitamente privata dei filtri che ne possano alterare la vera essenza.

Nessuno dei suoi soggetti è trattato coi guanti di velluto: che si tratti di celebrità o di persone comuni, egli non esita a rappresentarli così come sono. Un atteggiamento che ricorda molto quella fotografia “democratica” inventata dall’inseparabile amico Bill Eggleston.

 

juergen teller 4

Gli scatti più recenti e forse meno noti aprono al contrario uno squarcio sul mondo privato e intimo di Teller: paesaggi naturali dai toni soffusi e malinconici e ritratti di famiglia che svelano tracce della sua personalità, lasciando intuire esperienze piacevoli e ricordi dolorosi del suo passato.

Lo sguardo ora è senz’altro più maturo di un tempo. Anche se Juergen continua imperterrito a immortalarsi nudo davanti all’obiettivo…

 

 

Photo credits

copyright © Juergen Teller



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