Increspature fotografiche 11 Giugno 2012 – Pubblicato in: imperfezioni
Il suo nome è Cinemagraph, una forma d’arte visuale così incantevole da far quasi scivolare l’osservatore in una suggestiva dipendenza ipnotica. Nata da un’idea sperimentale dell’artista Kevin Burg e sviluppata nel 2011 con il contributo della fotografa Jamie Beck, essa si pone come l’affascinante commistione evolutiva tra video-editing e fotografia tradizionale.
It’s more than a photo but not quite a video. Coco Rocha
Gli habitué del proto-web le ricorderanno forse con un pizzico di nostalgia.
Le Gif animate sono considerabili ormai come le antiche vestigia di un mondo quasi del tutto scomparso: il residuo granuloso di banner malamente animati o di buffe scene catturate in brevi sequenze, racchiuse in una manciata di fotogrammi che disponevano di una palette estremamente limitata. Il tutto reso più ruvido da una serie di brusche transizioni.
Eppure, come in passato è accaduto con i vecchi dischi in vinile, le pellicole o altri media precocemente invecchiati a cui il tempo non aveva reso giustizia, l’obsolescenza si è tramutata d’un tratto in una forma di espressione più raffinata e adulta che ha permesso alle vecchie immagini Gif di riaffiorare nella nostra realtà con un fascino e un significato ben più profondi di quelli a loro attribuibili originariamente.
Cinemagraph nasce dall’esigenza di comunicare in modo più significativo attraverso la fotografia digitale e rappresenta l’emergere di una particolare forma d’arte che trae spunto dai limiti della tecnologia attuale per instillare delle increspature di movimento nella quiete assoluta di un’immagine fissa.
Il procedimento prevede un’elaborazione, con qualità cinematografica, di immagini che conservano intatti i principi della fotografia tradizionale.
Anziché porre in sequenza una serie di snapshot disgiunti da un punto di vista temporale, si predilige l’inserimento mirato di un movimento fluido – ottenuto tramite fotogrammi estratti da un video e successivamente sottoposti a image editing – all’interno di un particolare fermo immagine.
Ciò che ne deriva è una fotografia minimalista e accattivante, che lascia emergere simbolicamente la profondità di un particolare dettaglio eliminando il rumore di fondo: l’incantesimo di un istante viene catturato e rivissuto infinite volte, in contrasto con l’assoluta immobilità dell’immagine complessiva.
Le Cinemagraphs vengono realizzate spesso utilizzando il formato Gif, assicurandone così la leggerezza e la praticità di inclusione all’interno dei costrutti finali che le conterranno, che si tratti di advertising, siti web o veri e propri reportage fotografici.
Kevin Burg e Jamie Berk, gli artisti newyorkesi a cui possiamo attribuire il merito di questa manipolazione creativa delle immagini, attualmente sono intenti a esplorare le potenzialità delle nuove tecnologie di visualizzazione per spingersi oltre e ampliare le possibili applicazioni della loro invenzione, divenuta nel frattempo un vero e proprio trade mark.
Con il loro lavoro, entrambi si propongono di offrire una forma d’arte piuttosto complessa, in grado di sfruttare appieno i pregi della nostra epoca digitale e al contempo di offrire alla società odierna uno strumento attento al bisogno di comunicare visivamente e condividere istantaneamente ricordi dal forte spessore emozionale.
In un certo senso queste immagini ci ricordano il tocco nostalgico e soffuso dei magici giornali di Harry Potter, ed è facile immaginare quanti risvolti interessanti potrà avere l’applicazione di questa tecnica nell’imprevedibile universo della realtà virtuale.
Sito ufficiale
Link di approfondimento
Fromme-toyou – Il blog di Jamie Berk
gilttaste.com – Un’interessante applicazione web delle Cinemagraphs