Nella rete dei draghi 8 Settembre 2014 – Pubblicato in: haiku
L’artista giapponese Toshiko Horiuchi è solita dissacrare le barriere dell’arte contemporanea invitando il suo pubblico a interagire fisicamente e dinamicamente con le sue straordinarie sculture.
Cresciuta in un Giappone traumatizzato dalla tragica esperienza atomica, subito dopo la laurea inizia a lavorare come designer di tessuti a New York, sviluppando una progressiva ricerca sulla loro struttura e modalità di applicazione, fino a dar vita con le sue opere al movimento della art fabric.
Col tempo, l’interesse di Toshiko per l’interazione tra corpo umano/spazio/materiale tessile nonché la passione per le masse e le geometrie diventano elemento essenziale per la definizione delle sue sculture, in cui il tessuto è inteso come una seconda pelle: le sue opere non sono semplici oggetti ma luoghi che offrono a chi li utilizza la possibilità di proteggersi e nascondersi.
Le grandi e coloratissime ragnatele di Toshiko sono il frutto di un lento e meticoloso lavoro manuale, dove la tecnica dell’uncinetto usata per intrecciare il tessuto incontra la complessità del progetto strutturale – curato per lei da Norihide Imagawa – per trasformarsi infine in spazio architettonico.
Un fiabesco playground interattivo che invita bambini e adulti a rilassarsi, giocare, saltare e arrampicarsi attraverso livelli successivi, in un eccitante e inaspettato intreccio tra arte e gioco.
Da sempre l’uomo vive terribili situazioni per motivazioni diverse, ma invece di portarsi perennemente questa paura dentro è meglio guardare verso una direzione positiva, verso le cose belle che ci circondano… in modo che queste paure si assopiscano nella mente e consentano di vivere una vita soddisfacente. Non c’è un’unica risposta alla sofferenza… La vita è piena di difficoltà, ma bisogna guardare al “sunny side of life”, sorridere, divertirsi, come fanno i bambini… (Toshiko Horiuchi)
È proprio questo il senso di Harmonic Motion/Rete dei Draghi, la grande installazione site specific che Toshiko Horiuchi insieme al suo team di collaboratori ha creato negli spazi del Macro a Roma, in esposizione per tutto il 2014.
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