Phare No 1-9 19 Maggio 2015 – Pubblicato in: haiku
Simon Heijdens (1978), designer di origine olandese con base a Londra, è noto nel mondo dell’arte per le sue installazioni esperenziali dal carattere fortemente visionario e sperimentale.
Nelle sue opere emerge chiaramente l’interesse per il modo in cui la gente si relaziona allo spazio del vissuto quotidiano e all’ambiente naturale che la circonda. Simon osserva che, nell’era della globalizzazione, la tendenza è purtroppo quella di rendere omogenei e simili tali spazi, cancellando ogni peculiarità locale. La tecnologia attuale, inoltre, ci permette di controllare le condizioni atmosferiche esterne, annullando i normali andamenti naturali e rendendoci progressivamente indifferenti e ignari dei cambiamenti che avvengono nell’ambiente.
Un appiattimento sensoriale che, di fatto, costituisce una grave perdita di cui non siamo neppure del tutto consci.
La sua ultima installazione, concepita nell’ambito del Design Miami 2013 su invito di Perrier- Jouët, è stata realizzata seguendo i principi ispiratori dell’Art Nouveau, il movimento che dal 1890 al 1914 ha coinvolto le arti visuali nella costruzione di un linguaggio influenzato dal mondo naturale e da innovazioni tecnologiche d’avanguardia.
Phare No 1-9 si compone di nove contenitori in vetro soffiato sospesi all’interno di una stanza completamente bianca, parzialmente riempiti con un liquido trasparente e chimicamente sensibile alla luce. Una serie di sensori monitorizzano l’andamento del vento all’esterno, trasformandolo in impulsi luminosi che colpiscono la superficie di ciascun liquido. La stimolazione luminosa colora il liquido di riflessi rosa, ogni volta con una struttura diversa.
Sfruttando il principio di rifrazione della luce, il fondo dei contenitori agisce da lente che proietta nello spazio circostante disegni imprevedibili, tramutando lo spazio bianco in una superficie narrativa che rivela le increspature provocate dai mutamenti del vento.
I visitatori hanno pertanto la possibilità di esperenziare i racconti di luce in modo tridimensionale, muovendosi attorno ai piccoli fari e prendendo coscienza, da differenti prospettive, dei cambiamenti che avvengono all’esterno.
Apparentemente semplice, Phare No 1-9 sfrutta una tecnologia molto complessa messa a punto dallo stesso Simon Heijdens.
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