Brest Brest Brest! 17 Luglio 2012 – Pubblicato in: imperfezioni
In un atelier nel centro della cittadina di Crest, il collettivo artistico Brest Brest Brest sorseggia il caffè sulla sua terrazza, immagina poster ambiziosi, pranza attorno a un tavolo ovale sotto a un piccolo lucernario, realizza di continuo fantasiosi bozzetti; puntualmente si ripromette di separarsi dalle cose superflue. Brest Brest Brest è pieno di vita e di idee. E sa che ogni giorno dovrà dar battaglia al mondo per farsi strada.
Sono tre personalità davvero eccentriche quelle che hanno dato vita all’atelier di graphic design forse più creativo e spigliato di tutta la Francia. E non c’è da meravigliarsi del loro immaginario così frizzante e vulcanico, se si considera anche solo per un attimo il loro carambolico background.
Teatro, danza, musica e cinema hanno impregnato le loro prime esperienze giovanili di atmosfere che poi, inevitabilmente, si sono riversate nelle loro creazioni grafiche estremamente ispirate e invitanti. Tanto da farci venir voglia di mangiarle con gli occhi.
Osservando il portfolio di Brest Brest Brest, dal layout elegante e pulito, si viene attratti fin da subito in un mondo un po’ surreale, che conduce oltre i confini dei linguaggi visivi a cui siamo solitamente abituati.
Non vi è traccia di alcuna omologazione. Ogni idea si presenta ai nostri occhi fresca e sorprendente, e resa in un design completamente innovativo, tutto da possedere e tutto da scoprire.
Dalle loro creazioni emerge chiaramente un livello di padronanza tecnica estremamente elevato, fino al punto da poter trasgredire tutte le regole esistenti e conosciute, per dare vita a una sperimentazione plastica allo stato puro.
Il linguaggio prevalente è di taglio ironico e provocatorio, la tecnica adottata più spesso – sia in forma digitale che con l’uso concreto di materiali differenti – è quella del collage. Un’arte spiazzante, quasi paradossale, che nel ricomporsi riesce a creare immagini nuove e nuove visioni. Un’ottica onirica e giocosa ci proietta, così, in una realtà parallela che non può prescindere dall’immaginario di questi artisti.
Notevole la copertina dell’album Stranger di C. Bailey & H. Burns, in cui spicca la figura enigmatica di un uomo che indossa una maschera d’asino, tracciata a matita e coi segni di grafite lasciati lì a sporcare lo sfondo immacolato e puro. Una piccola imperfezione che attrae l’attenzione e suggerisce l’idea di una musica originale e irripetibile, di suoni e di immagini da toccare con mano.
Così come appare bella e originale l’idea per una serie di locandine dell’Espace Malraux, dove il layout ordinato e pulito su cui campeggiano poche scritte tondeggianti e colorate, viene improvvisamente sporcato in modo irriverente e affrettato da altre scritte che sembrano tracciate a mano. E così, ingannati dalle apparenze, ci salta alla mente l’immagine di un qualche ragazzino impertinente che le abbia volute scarabocchiare per fare un dispetto.
Arnaud Jarsaillon (1970), ha un passato artistico davvero incredibile. Oltre ad essere un chitarrista e un batterista eccellente (Pigs in Space, Bank Robber, Le Supreme Dindes), ha dato un morso a diversi scenari creativi prima di scegliere la strada del graphic design. Pittore, scultore, scenografo, attore nel teatro di strada, ha infine deciso di orientare completamente la sua opera verso il mondo della cultura (teatro, etichette musicali, performance d’arte visuale e festival).
Le sue invenzioni grafiche sono piene di poesia, di umorismo e giochi di parole. E benché possano essere interpretate secondo differenti chiavi di lettura, presentano sempre una composizione semplice e indubbiamente efficace. L’unica cosa che non riesce per il momento al geniale Arnaud è di rinunciare alle sigarette…
François Gaillard (1969), dopo un breve ma intenso periodo trascorso in Norvegia, si appassiona al teatro d’oggetti e diventa per un po’ anche burattinaio. Sogna di viaggiare molto di più (in treno), ma per il momento si accontenta di navigare in rete sotto diversi pseudonimi. E di andare in studio in bici.
Remy Poncet (1982), da ragazzino passava il tempo ad abbinare album cover immaginarie alle musiche più disparate. Ancora oggi non fa alcuna distinzione tra suono e immagine, tanto da aver fondato lo studio Good Morning Twist nel 2005, per immergersi nella sua personale ricerca visiva e musicale. Produce, suona, scrive e si dedica a diversi progetti musicali. Prima o poi lascerà tutto per andare in Belgio, ma per il momento si accontenta di approfondire la sua passione per la tecnica del collage. Il suo sogno? Fondare una rivista di arti visive e continuare a concepire progetti entusiasmanti.
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