Amore e altre metropoli 17 Giugno 2016 – Pubblicato in: imperfezioni
Ha una casa a due passi dall’oceano. A Los Angeles, per la precisione. E lì vive con sua moglie e tutte le sue piante. È un affermato illustratore, artista, designer e art director. Il suo sogno nel cassetto, in realtà, è di ricoprire con le sue illustrazioni un intero aeroplano…
Lui è Brian Rea, le sue origini sono per metà irlandesi e per metà italiane. Né sua madre, né suo padre erano artisti, ma avevano un certo talento nel raccontare storielle.
Suo nonno era un muratore, un uomo molto riservato, che nei ritagli di tempo libero amava disegnare. Pare che custodisse molto gelosamente uno sketchbook dei suoi disegni – per lo più illustrazioni tratte da vecchie pubblicità o fumetti che gli erano piaciuti – e che lo avesse mostrato a suo nipote solo un paio di volte. Due sole sbirciatine, che tuttavia lasciarono un segno indelebile.
Ha iniziato con disegni poco dettagliati, ispirati alla sua esperienza quotidiana, ritraendo di nascosto i vicini o la gente comune che incontrava in giro e tracciando sulla carta piccole storie da raccontare in immagini. Un bel giorno decide di trasferirsi a New York per “farsi le ossa”, portando con sé un intero blocco di schizzi realizzati negli anni precedenti.
L’esperienza newyorchese, non certo priva di sacrifici o di compromessi (e di lavori part time), durerà per ben 11 anni. Dopo aver lavorato per clienti quali Raygun, Playboy e Time Magazine decide di voltare pagina e di trasferirsi a Los Angeles, in qualità di Adjunct Associate Professor all’Art Center College of Design.
Oggi, Brian Rea realizza a livello internazionale brillanti illustrazioni per importanti riviste, libri, installazioni artistiche, animazioni, clip musicali, nonché progetti nell’ambito del fashion design, dietro cui, si cela sempre un deliberato intento concettuale.
Le sue eccellenti illustrazioni per la colonna Modern Love del New York Times spiccano per la loro originalità, un pretesto tramite cui Rea esplora sensibilmente i momenti più conflittuali dell’innamoramento e la confusione generata nel cuore di chi cerca la compagnia dell’altro, soprattutto in tempi complessi e iper-tecnologici come i nostri.
Il suo è un lavoro di intaglio sottile, intelligente e ricco di sfaccettature. Il segno resta semplice, molto naif, al limite del fanciullesco. Le linee sono ben definite e dal taglio netto, con incursioni di colori saturi dalle sfumature pulite: un tratto immediato e spontaneo, che non trattiene una notevole capacità di affrontare e descrivere con delicatezza anche i temi più complessi e profondi.
I soggetti di Brian Rea si muovono solitamente sullo sfondo di un ambiente metropolitano, eppure sono personaggi ideali, il risultato della visione sognante di una più aspra realtà quotidiana. L’esperienza di ogni giorno perde i contorni della propria dimensione e ne acquisisce altri, più poetici, più nostalgici e delicati, ma mai privi di una certa ironia.
E l’amore difficile, o l’amicizia, che Brian descrive accadono dappertutto: sui tetti, sui marciapiedi, tra edifici in mattoni, si scorgono da una finestra, nei bar o su un comunissimo divano consumato dagli anni. Qualche volta persino sulla luna.
Il tratto grafico, in un bianco e nero quasi graffiato, prevale ovunque con forza, creando spazi e volumi in costante e attento equilibrio tra pieni e vuoti, tra pausa e racconto. Con un attento lavoro di sottrazione, che lascia emergere l’essenza di un sottile sarcasmo, Brian Rea si rivela ai nostri occhi come uno straordinario storyteller dal tocco magico: uno dei più significativi della sua generazione.
Sito Ufficiale
brianrea.com
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Brian Rea