A marzo si (ri)nasce e/o si (ri)comincia. 16 Marzo 2018 – Pubblicato in: interferenze
Ho bisogno di dire che marzo assomiglia un po’ a settembre. Pare sia il mese delle decisioni, degli inizi, sarà che arriva la primavera, le giornate si allungano, tutto sembra mettersi sulla giusta asse.
Quest’anno poi siamo in piena fase pasquale. E se penso alla Pasqua mi viene in mente un quadro di Van Der Weyden, la Deposizione (clic), che è così bello e così immobilizzante e così sproporzionato che non riesci a non stare le ore a guardarlo. È al Prado a Madrid, qualora dovesse interessare a qualcuno e trovo sia bellissimo (a tratti commovente) il fatto che passi quasi totalmente inosservato.
E immagino passi inosservato proprio perché di primo acchito sembra imperfetto in tutto, per niente studiato, c’è movimento nell’immobilità, ci sono dettagli che si spezzano, letteralmente. Ma non voglio star qui a dirne troppo, non è il mio mestiere e non credo di essere nelle condizioni adatte per farlo. Credo semplicemente che valga la pena prendere un aereo, andare al Prado, guardarlo. Magari approfittando proprio di queste vacanze.
Ogni tanto è piacevole e sorprendente fidarsi di quello che dicono gli sconosciuti, no?
Comunque al Prado ci sono tantissime altre cose – mostre fisse, temporanee, eventi – ed è bello come pochi musei al mondo.
Inoltre è il primo marzo che passo a Torino, ho gli occhi apertissimi su tutto, mi si arriccia il naso ad ogni profumo nuovo. E ho scoperto che c’è un festival interessantissimo, che inizia oggi. Si chiama Slavika Festival, ci sono film, spettacoli, musica dal vivo, letture e corsi. Tutto in lingua slava. Russo, polacco, serbo, chi più ne ha più ne metta. Questo festival è organizzato da Polski Kot, un circolo culturale che ha sede nel cuore della città e se c’è una cosa che mi fa molto sorridere è il fatto che nel loro nome, oltre che nel loro logo, ci sia un gatto. E sì, ok, i gatti come sono belli anf anf frrr le fusa evviva, ma io sono legata ad un gatto in particolare e si chiama Behemoth.
Non starò a descriverlo, ha una storia a sé stante con non pochi riferimenti biblici. In realtà il suo nome significa “ippopotamo” e in effetti Behemoth sembra un ippopotamo. È uno dei personaggi de Il maestro e Margherita, IL romanzo per eccellenza di Michail Bulgakov, riscritto più volte in dodici anni. A tratti autobiografico, ha ricevuto e avuto il consenso e il successo che meritava solo post-mortem. Michail Bulgakov è venuto a mancare nel 1940, a marzo. Ecco, sì, a marzo. E il suo nome è rinato proprio dopo il decesso.
Marzo col bene che ti voglio…
*l’immagine in evidenza è un francobollo commemorativo delle Poste Sovietiche in cui è rappresentato proprio Behemoth (1991).
Link Festival
Festival Slavika